La calvizie è una problematica
che sta conoscendo una sempre più crescente diffusione e, l'aspetto più
insolito e probabilmente preoccupante, è che lo stesso sta interessando in modo
più importante anche le persone di più giovane età, una verità in controtendenza
con i dati del passato, che evidenziavano percentuali di incidenza superiore
tra gli adulti.
Grazie a quanto scoperto
attraverso una ricerca svolta da un centinaio di dermatologi italiani attivi su
tutto il territorio nazionale – che peraltro è stata promossa nientemeno che dall'IHR
– è emerso che l'età di chi accusa i primi segni di insorgenza dell'alopecia è
incrementata sempre di più, soprattutto tra le persone che hanno meno di
vent'anni.
La percentuale di chi inizia a
perdere capelli, infatti, raggiunge il venti percento tra chi è ancor meno che
ventenne!
Tra gli individui che hanno tra i
12 e i 20 anni – ed è qui che si presenta la sorpresa ancor più incredibile –
la percentuale di chi soffre dei primi sintomi di alopecia androgenetica è pari
al 18 percento, un numero che deve far riflettere: il 60 percento di questi
casi è rappresentato da individui di sesso maschile e il 40 da ragazze.
La manifestazione dell'alopecia androgenetica
– tra queste persone – si presenta in primo luogo con la produzione
particolarmente alta del sebo e, nello stesso tempo, con una riduzione del
diametro dei capelli, che finiscono in questo modo per cadere e contribuire a
dare un aspetto ancor più diradato degli stessi.
La caduta capelli nel caso degli uomini
trova la sua principale causa nell'aspetto genetico: è il cromosoma X, vale a dire
quello che sancisce il sesso dell'individuo, ad essere ritenuto il fattore
scatenante nella maggior parte dei casi. Per le ragazze, invece, la spiegazione
si trova nella maggior parte dei casi nell'alimentazione, fumo o anche nei vari
disturbi del sonno e, in modo particolare, un numero ridotto di ore di riposo.